Undicesimo Vineria

Serata uggiosa in quel di Treviso ma sono comunque di buon umore.
Dopo alcuni tentativi andati a vuoto per impegni saltati, finalmente sto andando a passare la serata in questa new entry della guida Michelin 2018.

Cosa so del locale ? Nulla, niente di niente.

E’ stato un periodo un po’ pesante e non ho avuto tanto tempo di prepararmi ma voglio fidarmi, come sempre, della mia inseparabile Guida Rossa.

Il posto è facile da trovare, rimane a poca distanza dalla birreria Pedavena e quasi di fianco ad un mega stabilimento Enel.
L’edificio è basso e lungo, con un piacevole gioco di luce ed archi.

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Entro nel locale e sono accolto con grande cordialità e gentilezza.
Un pizzico di informalità non guasta e così mi consentono di togliermi la giacca senza ansie e di sedermi in autonomia.

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Il locale è tutto in legno, i muri sono tappezzati di pezzi di casse di vino, molto carino.
I tavoli tondi in legno godono della maggior parte dell’illuminazione, scelta che a me piace moltissimo poiché rende protagonista la tavola e ciò che ci verrà posizionato sopra.

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Il servizio è discreto ma attento e premuroso, subito mi viene chiesto se gradisco dell’acqua.

Mi portano il menu e la carta dei vini.

Non ho fatto la foto al menu, molto semplice, impaginato in modo un po’ alternativo, a dire il vero non mi è piaciuto molto, l’ho trovato disordinato.

Per stasera vado di acqua e birra artigianale.

Si inizia con un buon ritmo che verrà mantenuto per tutta la cena.

Grissini di sedano selvatico e pane di segale lievitato con lievito madre, burro montato e caviale di tè affumicato.

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Ragazzi, i grissini sono buonissimi, ne avrei mangiati a decine.
Sapore leggermente balsamico con una nota che a me ricorda tanto gli agrumi.

Molto buono anche il pane di segale con il burro, fragrante, croccante, con un leggero sentore aromatico dato dal caviale.

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Anche questo davvero realizzato bene.

Finalmente si inizia ad entrare nel vivo, arriva il benvenuto dello chef: 4 fingers food molto invitanti.

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A proposito, chi è lo chef che mi dà il benvenuto ?
Lo Chef è Francesco Brutto, trevigiano classe ’88, cresciuto alla corte di Piergiorgio Parini ex Chef stellato del Povero Diavolo, qui trovate un approfondimento a cura di identità golose http://www.guidaidentitagolose.it/it/62/12765/ristoranti/undicesimo-vineria.html

 

Socmel che tiritera… as pol saver set magnè ?

 

Uff… che pesantezza… il tuo compare romano dov’è finito ? Comunque va bene, va bene, ora proseguo.

 

Come benvenuto mi hanno portato:

Mele con crema di animelle e polvere di dragoncello

All’olfatto emerge il dragoncello, buona la consistenza in bocca

 

Cialda di mandorla, sedano rapa, aglio nero e caffè

Buono il profumo della cialda, molto gradevole anche il sapore.

 

Tacos di cappuccio viola, lime e more fermentate

Molto fresco, davvero piacevole da gustare, bella la punta di acidità che regalano more e lime.

 

Cialda di nocciola, tartufo nero, castagna e patè di fegato di pollo

Ottima, forse il migliore tra i 4, sarà che ho un debole per tartufo nero e fegatini… ma mi è piaciuto moltissimo.

 

Lo so cosa state pensando… MA CHE RAZZA DI COMMENTI SONO ???
Effettivamente avete ragione, la pochezza in questo caso vi rende ragione…  purtroppo ero talmente impegnato a scrivermi tutti gli ingredienti da prestare poca attenzione a cosa stavo mangiando 

 

Il ritmo è molto buono e così tra un bicchiere di birra e l’altro arrivano anche gli altri piatti.

 

Apro una parantesi sul personale che si è dimostrato molto cortese nel sopportare tutte le mie domande in merito agli ingredienti… non ho una gran memoria purtroppo 
Presi dalla stanchezza mi hanno regalato anche una stampa del menu della serata… poveri 

 

Primo piatto:
Calamaro, mais, cocco, coriandolo e leche de tigre (che è una preparazione andina).

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Piatto molto aromatico, il cocco è ben dosato e non mi infastidisce (non lo amo tanto).
Buona la sapidità del calamaro mentre il lime regala un’ottima acidità.
Il piatto è nel complesso molto gradevole e molto ben riuscito.

Ottimo inizio.

 

Si continua con il secondo piatto: tortelli di mandorla con indivia belga e camomilla.

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Il profumo della camomilla domina la scena ma è piacevole.
Per il mio gusto questo è un piatto da gustare nel suo complesso.
I tortellini assaggiati senza indivia risultano davvero stucchevoli, nel suo complesso invece l’indivia regala croccantezza ed un po’ di amarezza che regala al piatto quella vitalità e quella voglia di continuare a mangiare che, altrimenti, si sarebbe spenta al primo tortellino.

 

Il terzo piatto rappresenta una vera e propria sorpresa: cuore di vitello, rapa rossa al limone, limone bruciato e ginepro.

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La sorpresa sta proprio nell’elemento principale, il cuore. E’ crudo !!!
CRUDOOO !!!

Vabbè dai, in realtà è marinato e leggermente scottato in superficie, però è comunque crudo.
Visivamente il piatto è un po’ splatter, non so se sia voluto ma l’idea è carina.

Il piatto è eccellente, il cuore era molto tenero, perfetto l’abbinamento con la salsa di rapa rossa ed il sapore pungente del limone bruciato.
Davvero un gran piatto.

 

Quarto piatto:
Topinambur con chips di cavolo nero, noci e salsa di tè nero invecchiato e fermentato.
Piatto interessante, il topinambur arrostito è molto buono così come sono fantastiche le chips di cavolo nero.

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Piatto dai sapori molto decisi che comunque mi ha convinto.

 

Ed ora passiamo al dolce…

Ebbene devo svelarvi un segreto  non ho preso il dolce. Ero già abbastanza sazio e, non trovando proposte che mi ispirassero particolarmente, ho preferito glissare passando direttamente al caffè… d’orzo 🙂

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Bene le birre artigianali che mi hanno accompagnato in questa cena.

 

Tirando le somme, sono stato contento della mia esperienza all’Undicesimo Vineria.
Un ristorante neo stellato che promette molto bene per il futuro, complimenti.

Av Salut

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